IL GIOCO DI RUOLO SECONDO AVALON
a cura di Daniele Brignone, Angelo Coscia e Caterina Sanasi.
Come premessa, ci dovremmo chiedere: che cos’è un Gioco di Ruolo (GdR)?
In breve, è una attività ludica, in cui i partecipanti fingono di essere qualcun altro, per l’appunto, interpretando un “ruolo”. Per grandi linee questa definizione si riferisce a tutte le tipologie di GdR, tra cui quello da noi trattato, ovvero il Gioco di Ruolo cartaceo, che si svolge principalmente attorno a un tavolo, in cui i partecipanti, “equipaggiati” con carta, matita e dadi, intraprendono un viaggio avventuroso che lì metterà di fronte a situazioni, ostacoli, problemi ed enigmi, coadiuvati da un Narratore.
Negli ultimi anni il GdR è divenuto, a tutti gli effetti, un valido strumento didattico e di formazione aziendale, come metodo di apprendimento non formale, poiché capace di incrementare le capacità di ascolto, di problem solving e le soft skills di chi lo pratica, oltre a favorire lo sviluppo del pensiero critico-riflessivo e di far acquisire una maggior autostima, compiendo scelte in un ambiente non giudicante. Per di più insegna a lavorare in gruppo dal momento che si persegue un obiettivo comune, che non è quello di vincere, bensì di vivere l’avventura proposta portando a termine i compiti che, tramite espedienti narrativi, verranno assegnati ai partecipanti. Per la risoluzione di tali compiti, i giocatori dovranno mettersi in gioco facendo affidamento sulle proprie capacità logiche e creative, e alla loro capacità sociocomunicativa, in modo da aiutarli a gestire i possibili conflitti che potrebbero sorgere in seno al gruppo, così da poter concordare un approccio comune.
Come detto, il GdR può divenire una risorsa molto utile nella didattica. Nelle nostre attività con le scuole e non, lo adattiamo o semplifichiamo a seconda delle necessità e agli interessi di studenti e insegnanti. Essendo un ambiente sicuro dove incontrare nuovi scenari esperienziali, contribuisce al trust building tra i membri del gruppo, effetto che si reitera al di fuori del “momento didattico”, ovvero nella quotidianità. La “costrizione” a dover comunicare faccia a faccia, contribuisce allo sviluppo della capacità di ascolto, non solo di quella verbale, ma anche non verbale, prestando attenzione al linguaggio del corpo e alle microespressioni facciali. Infine lo svolgimento dei compiti assegnati e la risoluzione di enigmi e ostacoli durante la narrazione dell’avventura promuove il problem solving creativo dando la possibilità di fare esperienza nel gestire situazioni problematiche o difficili, sviluppando capacità creativa di risoluzione delle difficoltà.
Oltre al contesto scolastico ed educativo, rivolto a bambini e ragazzi di ogni fascia di età, il GdR non è estraneo all’uso in ambito aziendale. In queste realtà è comune che siano presenti tante componenti umane che spesso lavorano autonomamente, dedicando poco spazio al confronto e al dialogo. In tale ambito abbiamo utilizzato il GdR con lo scopo di far incontrare questi gruppi di persone, di conoscersi e, giocando, facilitare tra loro lo scambio di informazioni. Inoltre, in un’azienda molto dinamica, le persone operano spesso su progetti diversi e alternativamente possono ritrovarsi a essere a capo di un programma o a far parte del team di lavoro, cambiando completamente ruolo da un progetto all’altro. In questo ambiente ci focalizziamo non sul singolo personaggio ma sul gruppo, così da capire chi è un leader naturale, chi un gregario, chi un contro-tendente, e chi è dotato di pensiero laterale, ovvero la capacità di pensare e ragionare fuori dagli schemi. La collaborazione trai personaggi si riflette parallelamente nella quotidianità lavorativa dei partecipanti creando tra di loro una “rete” di fiducia, contribuendo al team building aziendale.
Oggi viviamo in una società in cui la maggior parte delle nostre interazioni avvengono in formato digitale attraverso l’uso dei social media e dei social network, e proprio in questo mondo il GdR è una delle poche esperienze che “obbliga” i partecipanti a essere nella stessa stanza, attorno allo stesso tavolo, l’uno di fronte all’altro, a interagire. Questa è un’attività che l’uomo ha sempre intrapreso, il ritrovarsi seduti insieme attorno a un fuoco a raccontare storie per aggiungere alla propria vita un’esperienza basata sullo scambio sociale.